Lo sport che unisce e rende liberi
L’ Istituto omnicomprensivo G. N. d’Agnillo di Agnone ha promosso una splendida iniziativa di carattere didattico e sociale presso la sede carceraria di Isernia dove, dall’anno scolastico 2024-2025, è stato istituito un percorso di istruzione per gli adulti incardinato all’ IPSEOA “San Francesco Caracciolo”.
Data:
8 Giugno 2025

L’ Istituto omnicomprensivo G. N. d’Agnillo di Agnone ha promosso una splendida iniziativa di carattere didattico e sociale presso la sede carceraria di Isernia dove, dall’anno scolastico 2024-2025, è stato istituito un percorso di istruzione per gli adulti incardinato all’ IPSEOA “San Francesco Caracciolo”. Lo scorso 5 giugno una rappresentanza delle classi quinte dei tre istituti superiori, accompagnata dai docenti Emanuele D’Ambrosio e Anna Scampamorte, ha raggiunto la sede carceraria di Isernia per trascorrere con gli studenti detenuti una mattinata all’insegna dei sani valori dello sport. Presso il campetto della casa circondariale, posto all’interno delle mura tra recinzioni e barriere in ferro filato, si è svolta una partita di calcetto che ha rappresentato per i detenuti un piacevole momento di distensione. Gli studenti hanno avuto la possibilità di conoscere una realtà di cui non si è soliti parlare nel mondo della scuola, e che è spesso oggetto di non pochi pregiudizi. Il contatto diretto con l’ambiente del carcere ha avuto senza dubbio un forte valore educativo. Il gioco e il divertimento si sono rivelati dei validi strumenti di comunicazione, capaci di mettere i ragazzi nelle condizioni di potersi confrontare con i detenuti, scambiare qualche parola e interagire apertamente. Nonostante il mondo dello sport sia ricco di episodi spiacevoli e in contrasto con i suoi valori più autentici, in momenti come questo emerge pienamente la forza di tali valori, che sovrastano ogni forma di divisione. Sport, in effetti, è sinonimo di unione e fratellanza. Un’esperienza del genere è utile per riflettere sulla condizione di chi purtroppo nella vita ha commesso degli errori: ogni detenuto ha una sua storia, un passato difficile alle spalle, e altri innumerevoli fattori che lo hanno portato a sbagliare. Capita a tutti di sbagliare e nessuno merita di essere giudicato gratuitamente. La partita si è conclusa con un pareggio, ma è stata vissuta con altissima intensità da ambo le parti: i detenuti, giocando, sono tornati a percepire l’ebbrezza della libertà.
Grande la soddisfazione della Dirigente scolastica Maria Rosaria Vecchiarelli che ha fortemente creduto nel valore formativo di un progetto didattico in grado di avvicinare, attraverso lo sport, due realtà scolastiche completamente diverse.
Ultimo aggiornamento
8 Giugno 2025, 22:53